L'Agnello, dice il nostro testo, è "ritto e… come immolato" (Ap 5, 6). Gli affreschi di Anagni lo rappresentano come immolato, come vedremo subito, nella parete sinistra dell'abside, sgozzato e sull'altare - segni della crocifissione!
Nell'abside, invece, esso è "ritto". E' il Cristo risorto che è di nuovo in piedi dopo essere stato adagiato, disteso nel letto della morte. E' la sua "vittoria", la vittoria sulla morte, sul peccato, sul male della storia, che lo rende capace di interpretare la storia. Proprio nella sconfitta del male, attraverso la sua venuta, la morte e la resurrezione - e nella conseguente nascita della Chiesa - sta tutto il segreto della storia. E' "l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo" (Gv 1, 29).
Così p.Ugo Vanni, gesuita, massimo studioso vivente dell'Apocalisse, commenta i simboli particolari relativi all'Agnello nel nostro brano [3] :