Mosè descrive poi il tragico errore commesso dai loro padri a Kadesh Barnea. Era accaduto subito dopo aver attraversato il Mar Rosso. Dio aveva comandato ad Israele di entrare baldanzosamente in Canaan. Ed aveva dato loro questa potente parola di assicurazione: “Ecco, l'Eterno, il tuo DIO, ha posto il paese davanti a te; sali e prendine possesso, come l'Eterno, il DIO dei tuoi padri, ti ha detto; non avere paura e non scoraggiarti…. Non spaventatevi e non abbiate paura di loro. L'Eterno, il vostro DIO, che va davanti a voi, combatterà egli stesso per voi, come ha fatto sotto i vostri occhi in Egitto” (1 :21, 29-30). Che promessa incredibile. Nessuno dei loro nemici avrebbe potuto resistere davanti a loro (vedi 7 :24).
Ma Israele dubitò della promessa di Dio. Invece di prenderlo in parola, mandarono delle spie a Canaan. E quelle spie riportarono “un cattivo resoconto”, pieno di incredulità. Parlarono di giganti e di città ben fortificate. Ed il popolo credé in quel resoconto: “Ma voi non voleste salirvi e vi ribellaste all'ordine dell'Eterno, del vostro DIO” (1 :26). Ora Mosè sta dicendo alla generazione più giovane: “Si sarebbero dovuti muovere istantaneamente sulla Parola di Dio. Il Signore aveva detto che avrebbe combattuto per loro. Ma essi si ribellarono”.
Vedete cosa accadde alla generazione precedente? Mandare quelle spie a Canaan fu un atto di incredulità. E mentre le spie erano lì, furono influenzate da Satana. Furono plagiate dalle bugie del nemico, perché non avevano preso Dio in parola. Così ritornarono all’accampamento come strumenti del diavolo.