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Rassegna libraria Voci dalla Shoah

Ultimo Aggiornamento: 22/05/2011 20:38
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22/05/2011 20:31

Immaginiamo il ritorno al nulla di tutti gli esseri: cose e persone. Non è possibile situare questo ritorno al nulla al di fuori di ogni evento. Ma il nulla stesso? Qualcosa accade, non fosse altro che la notte e il silenzio del nulla... Indicheremo questa “consumazione” impersonale, anonima, ma inestinguibile dell'essere, che mormora al fondo del nulla stesso, con il termine di il y a. Nel suo rifiuto di assumere una forma personale, l'il y a è l'essere in generale.



Le parole con cui viene descritto l'esito del primato dell'essere in generale sull'esistenza concreta dell'altro e del suo volto descrivono, senza che lo si affermi esplicitamente, la realtà dei campi di concentramento.



La scomparsa di ogni cosa e la scomparsa dell'io pervengono a ciò che non può scomparire, al fatto stesso dell'essere a cui, volenti o nolenti, si partecipa senza aver preso l'iniziativa, anonimamente... Di fronte a quest'oscura invasione non è possibile raccogliersi in sé, rientrare nel proprio guscio. Siamo esposti.



Anche la durissima opposizione al pensiero heideggeriano che traspare già in queste poche frasi, è opposizione filosofica, ma anche opposizione dovuta alla comprensione dell'utilizzo del suo pensiero. Così, in La difficile libertà:



La nostra via conduce dall'esistenza all'esistente e dall'esistente ad altri... Un tale strappo non è un esser-meno, bensì il modo d'essere del soggetto. E' potere di rottura, rifiuto di principi neutri ed impersonali, rifiuto della totalità hegeliana e della politica, rifiuto dei ritmi incantatori dell'arte. Esso è poter parlare, libertà di parola...

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22/05/2011 20:31

Reinhard Lettmann/Heinrich Mussinghoff (a cura di)
Il leone di Munster e Hitler. Clemens August cardinale von Galen
Herder, Roma-Freiburg-Wien, 1996



Nel volume viene analizzata l'opera del vescovo di Munster Clemens August Graf von Galen e la sua opposizione al nazismo. In appendice vengono pubblicate le omelie con le quali, in un crescendo progressivo, attaccò il terrore hitleriano. nella prima del 13 luglio 1941 descrive ai suoi fedeli la confisca dei beni ecclesiastici della città e la detenzione immotivata di ecclesiastici rei solo di non condividere la politica del Terzo Reich:



Io non mi faccio illusioni: ciò può capitare anche oggi, o un giorno, anche a me. E poiché allora io non potrò più parlare in pubblico, lo voglio fare oggi; voglio mettere in guardia pubblicamente a non procedere per questa via, che secondo la mia convinzione, provocherà la giusta punizione di Dio sugli uomini e porterà sventura e annientamento al nostro popolo ed alla nostra Patria...
Io sono consapevole, come Vescovo, come annunciatore e difensore dell'ordine giuridico, morale e divino, che attribuisce a ogni individuo diritti e libertà, dinanzi ai quali, secondo la volontà di Dio, tutte le pretese umane devono arrestarsi, di essere chiamato, al pari del Ministro Frank, a difendere coraggiosamente l'autorità del diritto ed a denunciare una condanna di innocenti senza difesa, come una ingiustizia che grida al cielo.

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22/05/2011 20:32

Ma, ancora, la denuncia si unisce alla convinzione della missione della Germania:



Se questa voce resta inascoltata e non recepita, il dominio della regina giustizia non sarà più ripristinato, e così il nostro popolo e la nostra patria tedesca, nonostante l'eroismo dei nostri soldati e delle loro gloriose vittorie, andranno in rovina per putrefazione interna e per corruzione. Preghiamo per tutti quelli che sono nel bisogno, specialmente per i nostri religiosi, per la nostra città di Munster, affinché il Signore voglia risparmiarci altre prove, per il nostro popolo tedesco, la nostra Patria ed il suo Führer!



Nella predica del 3 agosto 1941 la denuncia è nettissima. Il vescovo, venuto a conoscenza dello sterminio degli handicappati e dei malati di mente così dichiara dal pulpito:



Già il 6 luglio dovetti aggiungere alle parole della lettera pastorale comune il seguente commento: “Da alcuni mesi noi apprendiamo che, per disposizione di Berlino, vengono portati via forzatamente dalle case di cura e dai manicomi persone già a lungo malate e che potrebbero sembrare incurabili. Regolarmente i congiunti dopo poco tempo vengono informati che la salma sarebbe stata cremata e che le ceneri dei loro defunti avrebbero potuto essere loro recapitate. Generalmente si ha il sospetto, quasi la certezza, che questi numerosi casi di inattesi decessi di malati di mente non avvengano spontaneamente, ma che siano causati intenzionalmente, che si segua qui quella dottrina che afferma di poter distruggere le cosiddette “vite inutili”, quindi uccidere esseri innocenti, se si giudica che la loro vita non abbia più alcun valore per il popolo e per lo Stato. Dottrina orribile, la quale vuole giustificare l'assassinio di innocenti e permette per principio l'uccisione violenta di invalidi inabili al lavoro, di mutilati, di malati inguaribili, di persone decrepite”.
So da fonte attendibile, che ora anche nelle case di cura e nei manicomi della provincia della Westfalia vengono compilati degli elenchi di tali malati, che cosiddetti “compatrioti improduttivi”, entro breve tempo devono essere portati via ed eliminati. Durante questa settimana è partito il primo trasporto della Casa di cura di Marienthal presso Munster.

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22/05/2011 20:32

Il vescovo descrive un caso a lui personalmente noto:



Voglio citarvi un esempio di ciò che attualmente avviene. A Marienthal vi era un uomo di 55 anni, un contadino di un comune rurale della regione di Munster- potrei dirne anche il nome - che soffriva da alcuni anni di squilibri mentali e che pertanto è stato affidato alla Casa di cura e manicomio di Marienthal. Non era veramente alienato, poteva ricevere visite ed era sempre contento quando i suoi congiunti lo andavano a trovare. Ancora due settimane fa sua moglie ed uno dei suoi figli, che come soldato sta al fronte e che era in licenza, sono andati a visitarlo. Questo figlio vuole molto bene a suo padre e così il saluto d'addio fu molto commovente; nessuno sa se questo soldato ritornerà, perché può morire al fronte per i suoi connazionali. Il figlio, questo soldato, probabilmente non rivedrà più il padre in questa vita, perché è stato incluso nel suo ricovero nella lista degli improduttivi. Un parente, che in questa settimana voleva far visita a quel padre in Marienthal, non fu fatto entrare e gli si disse che il malato per disposizione del Consiglio dei Ministri per la Difesa del Paese, era stato portato via, senza poter dire dove. I parenti furono informati entro alcuni giorni. Quale tenore avrà questa comunicazione? Come quella di altri casi? Che quell'uomo era deceduto, che la sua salma era stata cremata, che le ceneri, mediante il pagamento di una tassa, potevano essere consegnate? Allora il soldato, che è al fronte e mette la propria vita a repentaglio per i suoi connazionali, non vedrà più suo padre in questa vita, perché dei connazionali in patria gli hanno tolto la vita.

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22/05/2011 20:32

I fatti da me riferiti sono veri. Posso fare il nome di questo malato, quello di sua moglie, di suo figlio, che è soldato, e il luogo dove abitano.



L'omelia allora denuncia ciò che sta avvenendo ed intuisce gli sviluppi futuri:



“Non uccidere!” Dio ha impresso questo comandamento nella coscienza degli uomini molto prima che un codice penale minacciasse l'assassinio con la pena, molto prima che Pubblico Ministero e Tribunale perseguissero e punissero l'assassinio. E il primo comandamento: “Non avrai altro Dio all'infuori di me!”. Piuttosto dell'unico vero Dio si creano a piacere idoli per adorarli: la natura, lo Stato, il popolo, la razza. E quanti sono coloro il cui dio, in realtà, secondo la parola di S. Paolo è “il ventre”, la propria buona salute, cui sacrificano tutto, anche l'onore e la coscienza, è l'ebbrezza dei sensi, l'ebbrezza del denaro, l'ebbrezza del potere! E allora può nascere anche la tentazione di arrogare diritti divini a se stessi, di sentirsi padroni della vita e della morte dei propri simili.
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22/05/2011 20:32

Pio XI
Mit Brennender Sorge
in
Tutte le encicliche dei sommi Pontefici
Dall'Oglio, Milano, 1959



L'opposizione della chiesa tedesca al nazismo, che era stata chiara dal sorgere del movimento, si era espressa con maggior decisione dal 1930 al 1932, dopo i grandi successi elettorali nazisti.
Nel marzo 1933 si verifico' un repentino rovesciamento, che portò, il luglio 1933, al Concordato tra la chiesa cattolica ed il regime nazista, sottoscritto nonostante il fatto che, in data 14 luglio, fosse stata approvata la legge sulla sterilizzazione obbligatoria delle persone con handicap o con malattie mentali.
Negli anni seguenti, lentamente, la chiesa scoprì che era una illusione il venire a patti col nazismo.
Con l'enciclica Mit Brennender Sorge (Con viva ansia) del 14 marzo 1937 Pio XI si risolse a condannare nuovamente, in maniera dura la Germania di Hitler.
Così lo storico G.Martina presenta il contenuto dell'enciclica, nel suo libro La chiesa nell'età del totalitarismo:

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22/05/2011 20:33

La prima parte dell'enciclica, il cui primo abbozzo fu steso a Roma in tre notti dal card. Faulhaber, ma venne poi rivisto e corretto dal card. Pacelli riassumeva i rapporti fra Stato e Chiesa in Germania dal 1933, fermandosi soprattutto sulle vane speranze poste nel concordato e sulla aperta lotta contro la Chiesa. Nella seconda parte, Pio XI ribadiva le verità fondamentali del cattolicesimo, che il nazismo negava o interpretava ambiguamente, condannando le tendenze panteistiche, la divinizzazione della razza, del popolo, del capo dello Stato, l'ostilità verso l'Antico Testamento, il rifiuto di una morale oggettiva universale e di un diritto naturale: ”Chi eleva la razza, il popolo o una determinata sua forma, a rappresentanti del potere statale od altri elementi fondamentali della società umana a norma suprema di tutto, anche dei valori religiosi, perverte e falsa l'ordine delle cose create e volute da Dio”. L'enciclica proclamava poi l'indissolubile legame fra diritto e morale, fra morale e religione, sottolineava le conseguenze disastrose cui la negazione di un diritto naturale apre la via, cioè un eterno stato di guerra fra le nazioni e la totale subordinazione dell'individuo allo Stato.
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22/05/2011 20:33

Nel 1938 Pio XI così si espresse in una importante udienza ai pellegrini della Radio Cattolica Belga, riportata da don Giuseppe Dossetti, nella introduzione a Le querce di Monte Sole:



Il Papa dopo aver commentato l'espressione del Canone Romano, che, nel momento culminante della Messa, chiede a Dio Padre di gradire l'offerta della Chiesa come ha gradito il sacrificium Patriarchae nostri Abrahae, soggiungeva: “L'antisemitismo non è compatibile con il pensiero e le realtà sublimi che sono espresse in questo testo. E' un movimento antipatico, un movimento al quale noi non possiamo, noi cristiani, avere alcuna parte. Poi secondo la testimonianza di mons. Picard: ”A questo punto il Papa non riuscì a contenere più la sua emozione. E piangendo cita i passi di San Paolo che mettono in luce la nostra discendenza spirituale da Abramo: la promessa è stata fatta ad Abramo e alla sua discendenza... La promessa si realizza nel Cristo e per mezzo del Cristo in noi che siamo le membra del suo Corpo mistico. Per mezzo del Cristo e nel Cristo, noi siamo della discendenza spirituale di Abramo. No, non è possibile ai cristiani prendere parte all'antisemitismo. Noi riconosciamo a chiunque il diritto di difendersi e di proteggersi contro tutto ciò che minaccia i propri interessi legittimi. Ma l'antisemitismo è inammissibile. Noi siamo spiritualmente dei semiti”.



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22/05/2011 20:33

Renzo de Felice
Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo
Mondadori, Milano, 1977



Nelle ricerche di Renzo de Felice anche l' elenco delle istituzioni cattoliche che hanno accolto ebrei per nasconderli e per salvarli dalla deportazione.

Elenco delle case religiose in Roma che ospitarono ebrei
(fra parentesi il numero degli ebrei ospitati)

Israeliti rifugiati nelle case religiose femminili.


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22/05/2011 20:33

l. Suore di Nostra Signora di Sion, via Garibaldi, 28 (187)
2. Suore Adoratrici del Preziosissimo Sangue, via Pannonia, 10 (136)
3. Suore del Buono e Perpetuo Soccorso, via Merulana, 170 (133)
4. Maestre Pie Filippini, largo Santa Lucia Filippini, 20; via Caboto, 16; via Fornaci (114)
5. Oblate Agostiniane di Santa Maria dei 7 Dolori, via Garibaldi, 27 (103)
6. Suore della Presentazione, via Milazzo, 1la; via Sant'Agata dei Goti, 10 (102)
7. Suore Orsoline dell'Unione Romana, via Nomentana, 234 (103)
8. Suore Adoratrici Canadesi del Prezioso Sangue, via F.D.Guerrazzi (80)
9. Istituto Clarisse Missionarie Francescane del Santissimo Sacramento, via Vicenza, 33 (76)
10. Figlie del Sacro Cuore di Gesù (Verzeri), via Cavour (69)
11. Istituto Suore Compassioniste Suore di Maria, via Alessandro Torlonia, 14 (63)
12. Istituto delle Suore di San Giuseppe, via del Casaletto (57)
13. Istituto San Giovanni Battista (Suore Medee), via Bartolomeo Eustacchio (51)
14. Suore di Carità dell'Immacolata Concezione d'Ivrea, via Leone IV, 2 (50)
15. Oblate a Tor de' Specchi, via del Mare, 12 (48)
16. Istituto « Ravasco », via San Sebastianello, 10 (46)
17. Istituto delle Suore dell'Assunzione, corso d'Italia (46)
18. Suore Alcantarine, via Vasellari, 61 (44)
19. Suore Francescane Missionarie d'Egitto, via Cicerone, 57; piazza Santa Cecilia, 23 (43)
20. Suore Francescane della Misericordia di Lussemburgo, via Poggio Moiano, 8 (40)
21. Suore della Carità della Beata Capitanio, via Sant'Uffizio, 17 (39)
22. Suore Figlie di Maria Immacolata, via Palestro, 25 (36)
23. Figlie di Nostra Signora al Monte Calvario, Villa del Sole, Casa Santi Quattro (36)
24. Signorine Teresiane (Spagnole), via Gaeta, 8 (34)
25. Suore Figlie della Sapienza, via Toscana 13; corso d'Italia, 33 (34)
26. Istituto dell'Adorazione, via T.Salvini, 20 (33)
27. Figlie di Maria Ausiliatrice, via Marghera, 56; via Dalmazia, 18 (32)
28. Suore del Cenacolo, piazza Priscilla, 7 (28)
29. Istituto di Nazareth, via Cola di Rienzo, 140 (30)
30. Francescane Missionarie di Maria, via Appia Nuova, 522; via della Balduina, 38 (30)
31. Istituto delle Suore di Nostra Signora della Compassione, via degli Ibernesi, 20 (30)
32. Suore della Carità di Namur, via Cesare Correnti, 2 (28)
33. Suore Armene di Monteverde (2)
34. Suore Famiglia del Sacro Cuore di Gesù, via Gaeta, 13 (27)
35. Suore Francescane Angeline, via Seso Celere (26)
36. Suore della Carità, via Villini (25)
37. Suore Cistercensi di Santa Susanna, via XX Settembre (26)
38. Suore della Natività di Nostro Signore Gesù Cristo, via Merulana, 174 (25)
39. Suore Orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante, via Villa Ricotti, 4 (24)
40. Figlie di Maria Santissima dell'Orto, via di Porta Tiburtina, 14 (24)
41. Suore di Santa Elisabetta, via dell'Olmata, 9 (22)
42. Suore di Santa Dorotea, Sant'Onofrio, via Ripetta (21)
43. Suore Brigidine, piazza Farnese (20)
44. Suore Ministre degli Infermi, via Col di Lana; via Labico, 29 (20)
45. Suore del Divino Amore, via San Francesco di Sales, 27 (19)
46. Congregazione delle Suore Betlemite Figlie del Sacro Cuore di Gesù, piazza Sabazio, 1 (18)
47. Protettorato di San Giuseppe, via Nomentana, 341 (17)
48. Suore Minime di Nostra Signora del Suffragio, via Sette Sale, 24 (17)
49. Suore Agostine dei Santi Quattro Incoronati (17)
50. Religiose di San Carlo, via Aurelia, 159 (16)
51. Istituto Buon Pastore, via Lungara (16)
52. Religiose dei Santi Angeli Custodi, via A. Depretis, 74 (15)
53. Suore Camaldolesi, Aventino (15)
54. Suore del Buon Salvatore, via Leopardi, 17 (14)
55. Suore del Santo Bambino Gesù, viale Medaglie d'oro, 112 (13)
56. Piccole Suore dei Poveri Vecchi, piazza San Pietro in Vincoli (13)
57. Suore di Maria Consolatrice, via Etruschi, 13 (13)
58. Suore Agostiniane, San Pasquale, via Anicia, 12 (13)
59. Suore del Santissimo Crocefisso, via Piè di Marmo, 12 (12)
60. Suore Infermiere della Piccola Compagnia di Maria, via di Santo Stefano Rotondo, 6 (11)
61. Suore di Santa Marta, via Virgínio Orsini, 15 (9)
62. Suore del Divin Salvatore, viale delle Mura Gianicolensí, 77 (9)
63. Suore del Sacro Cuore del Verbo Incarnato, via Guattani, 7 (9)
64. Suore della Società del Sacro Cuore di Gesù, Casa generale, Villa Lante (9)
65. Figlie di San Giuseppe (8)
66. Suore di Sant'Anna (Barolo) (8)
67. Suore Mantellate (7)
68. Suore Agostiniane (7)
69. Suore della Carità di Nevers (6)
70. Madri Pie di Ovada (6)
71. Maestre Vererini (3)
72. Retraite d'Angers (4)
73. Suore Ospitaliere del Sacro Cuore di Gesù, via Castelfidardo, 45 (5)
74. Figlie della Carità (7)
75. Suore della Sacra Famiglia, salita Monte del Gallo, 19 (5)
76. Suore Povere Bonaerensi di San Giuseppe, via dei Fienili, 45 a (6)
77. Suore Riparatrici, via de' Lucchesi, 9 (5)
78. Suore Adoratrici Perpetue, via dei Selci (12)
79. Monastero Visitazione (2)
80. Clarisse di San Bernardino (6)
81. Clarisse di San Lorenzo (2)
82. Domenicane Annunziatine (5)
83. Suore Turchine del Corviale (3)
84. Istituto Santa Maria della Provvidenza, Opera Don Guanella (14)
85. Ospizio Femminile Pio X (44)
86. Suore Francescane Missionarie Immacolata Concezione (42)
87. Adoratrici del Santissimo Sacramento, via Torlonia (11)
88. Suore di San Tommaso di Villanova (12)
89. Suore del Rosario Perpetuo (-)
90. Suore Orsoline di Parma (2)
91. Suore della Dottrina Cristiana (5)
92. Suore Sacramentine di Bergamo (7)
93. Suore della Resurrezione (Polacche) (3)
94. Orfanatrofio Antoniano (3)
95. Suore della Divina Provvidenza (2)
96. Suore di Sant'Orsola della Beata Vergine (-)
97. Suore dell'Addolorata (1)
98. Suore San Giuseppe di Cluny (1)
99. Ancelle del Sacro Cuore (1)
100. Clarisse riformate (1)
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22/05/2011 20:34

Israeliti rifugiati nelle Case Religiose maschili

1. Fratelli delle Scuole Cristiane (96)
2. Società Salesiana di San Giovanni Bosco (83)
3. Pontificio Seminario Lombardo (63)
4. Fratelli Ospitalieri della Immacolata Concezione (52)
5. Pontificio Seminario Francese (50)
6. Pontificio Seminario Romano Maggiore (48)
7. Fate Bene Fratelli (46)
8. Reverendi Padri Barnabiti (36)
9. Reverendi Padri Bianchi (35)
10. Fratelli Maristi (Collegio San Leone Magno) (33)
11. Fratelli del Sacro Cuore (Collegio Cristo Re) (28)
12. Reverendi Padri Benedettini (19)
13. Reverendi Padri Servi di Maria V (14)
14. Reverendi Padri Terziari Regolari (14)
15. Reverendi Padri Filippini (11)
16. Reverendi Padri Domenicani (8)
17. Reverendi Padri Giuseppini (7)
18. Reverendi Padri Rosminiani (5)
19. Reverendi Padri Missionari del Sacro Cuore (6)
20. Reverendi Padri Maristi (4)
21. Reverendi Padri Camaldolesi (4)
22. Reverendi Padri Agostiniani Erem. (3)
23. Reverendi Padri Trinitari (3)
24. Reverendi Padri Dottrinari (3)
25. Reverendi Padri Canonici Lateranensi (2)
26. Reverendi Padri Oblati di San Giuseppe (3)
27. Missioni estere di Milano (1)
28. Reverendi Padri Passionisti (1)
29. Reverendi Padri Missionari dello Spirito Santo (1)
30. Santa Maria dell'Orto Monsignor De Carolis (8)
31. Sant'Onofrio Reverendo Padre De Stefani Luigi (7)
32. San Carlo al Corso Monsignor Trezzi (4)
33. Collegio Nazareno (9)
34. Collegio San Gabriele, viale Parioli, 26 (4)
35. Collegio di Santa Maria, viale Manzoni, 5 (6)
36. Ospizi Don Orione (21)
37. Parrocchia Santa Croce (80)
38. Parrocchia della Divina Provvidenza (65)
39. Parrocchia di San Filippo (24)
40. Parrocchia del Buon Pastore (5)
41. Parrocchia di Santa Maria in Trastevere (2)
42. Parrocchia di Santa Maria delle Fornaci (1)
43. Parrocchia di Ognissanti (1)
44. Parrocchia della Trasfigurazione (100)
45. Parrocchia di Santa Maria in Campitelli (38)
46. Parrocchia di Santa Maria della Pace (40)
47. Parrocchia di San Gioacchino ai Prati (13)
48. Reverendi Padri Francescani San Bartolomeo all'Isola (400)
49. Reverendi Padri Stimmatini Parrocchia Santa Croce (100)
50. Convento di San Bonaventura al Palatino (10)
51. Reverendi Padri Domenicani Irlandesi (San Clemente) (2)
52. Istituto dell'Immacolata dei Frati Bigi (10)
53. Fratelli delle Scuole Cristiane di Irlanda (3)
54. Reverendi Padri Gesuiti in case diverse (43)
55. Istituto maschile Don Luigi Guanella, via Aurelia Antica (8)
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22/05/2011 20:34

Joseph L.Lichten
Pio XII e gli ebrei
Il regno-Documenti 3/88



Joseph L. Lichten, ebreo di origine polacca, laureato in legge all'Università di Varsavia, scrisse nel 1963 un breve saggio dal titolo Un problema di valutazione: Pio XII e gli ebrei.
Così si esprimeva su di sé:



Un solo commento personale: molte volte, mentre portavo avanti le mie ricerche... ero anche alla ricerca della mia anima. In considerazione della mia tragedia personale, io mi sento obbligato in modo tutto speciale a vagliare ogni particolare relativo alla tragedia ebraica dell'ultima guerra...



Queste le sue conclusioni di allora:



Una nutrita documentazione conferma il timore di papa Pio XII che un pronunciamento ufficiale avrebbe aggravato e non migliorato le condizioni dei perseguitati. Ernst von Weizsaecker, ambasciatore tedesco presso il Vaticano, durante la II guerra mondiale, lasciò scritto nelle sue memorie: “Neppure istituzioni di importanza mondiale, come la Croce Rossa Internazionale o la chiesa cattolica romana, ritennero opportuno fare appelli a Hitler in termini generali a difesa degli ebrei, o rivolgersi apertamente alla solidarietà del mondo. Fu precisamente per il loro desiderio di aiutare gli ebrei che queste organizzazioni si trattennero dal pronunciare qualsiasi appello pubblico generale; temevano infatti di compromettere ulteriormente, piuttosto che aiutare, la posizione degli ebrei”.

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22/05/2011 20:34

Con queste parole l'ambasciatore correggeva le dichiarazioni che aveva espresso a caldo nei giorni della deportazione degli ebrei di Roma, con due telegrammi inviati a Berlino, pubblicati da L. Poliakov, Il nazismo e lo sterminio degli ebrei:



Telegramma al segretario di Stato Keppler.

Roma (Vaticano), 17 ottobre 1943

Sono in grado di confermare la reazione del Vaticano in seguito all'evacuazione degli Ebrei di Roma... La Curia è particolarmente costernata, visto che tutto è avvenuto, per così dire, sotto le finestre del Papa. La reazione sarebbe probabilmente attenuata se Ebrei venissero addetti al lavoro qui in Italia.
Gli ambienti a noi ostili di Roma traggono profitto da questo avvenimento per forzare il Vaticano a uscire dal suo riserbo. Si dice che i vescovi delle città francesi dove si erano verificati incidenti analoghi, abbiano preso nettamente posizione.
Il Papa nella sua qualità di capo supremo della Chiesa e vescovo di Roma, non potrà mostrarsi più riservato di loro. Si fa nondimeno un parallelo tra il temperamento più spiccato di Pio XI e quello del Papa attuale.
La propaganda dei nostri nemici all'estero senza dubbio s'impadronirà di questo incidente per turbare le relazioni pacifiche che intercorrono con la Curia.


Fto WEIZSACKER
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22/05/2011 20:34

Ambasciata tedesca presso la Santa Sede

Roma 24 ottobre 1943

Benché premuto da ogni parte, il Papa non si è lasciato trascinare ad alcuna riprovazione dimostrativa a proposito della deportazione degli Ebrei di Roma. Sebbene egli debba aspettarsi che un tale atteggiamento gli sia rinfacciato dai nostri nemici e che venga sfruttato dagli ambienti protestanti dei paesi anglosassoni nella loro propaganda contro il cattolicesimo, egli ha nondimeno fatto il possibile in questo delicato problema per non mettere alla prova le relazioni con il governo tedesco e gli ambienti tedeschi di Roma. Siccome senza dubbio, non vi sarà più motivo di aspettarci ulteriori azioni tedesche a Roma contro gli Ebrei, si può ritenere che tale questione, spiacevole per le relazioni tra la Germania ed il Vaticano, sia liquidata.
Comunque, un sintomo di questo stato di cose traspare nell'atteggiamento del Vaticano. L'“Osservatore Romano” ha infatti messo in rilievo nel numero del 25-26 ottobre, un comunicato ufficioso sull'attività caritatevole del Papa. Questo comunicato che fa uso dello stile tipico del Vaticano, ossia uno stile assai contorto e nebuloso, dichiara che il Papa fa beneficiare tutti, senza distinzione di nazionalità, di razza o di religione, della sua paterna sollecitudine. La molteplice e continua attività di Pio XII sarebbe ancora aumentata in questi ultimi tempi, perché maggiori sono le sofferenze di tanti infelici.
Si può tanto meno sollevare obiezioni contro i termini di questo messaggio, in quanto solo un numero ristretto di persone vi riconoscono un'allusione speciale al problema ebraico.

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22/05/2011 20:35

Pio XII condannò pubblicamente gli attentati all'incolumità di persone e razze. Mai, però, pronunziò la parola ebreo, nei 6 anni del conflitto, nemmeno durante i giorni della razzia nel ghetto di Roma.
Giustamente Lichten fa notare che il silenzio del papa non può essere attribuito ad un disinteresse verso gli ebrei, né tantomeno ad un preteso antisemitismo, perché, anzi fu ampio lo sforzo per venire in aiuto degli ebrei.
Pio XII spinse i cattolici ad azioni caritatevoli, verso i perseguitati, ottenendo, di fatto, l'apertura di molte chiese, conventi e case private alla protezione degli ebrei. Gli stessi palazzi del Vaticano e del Laterano accolsero, nel 1944, numerosi profughi ebrei, oltre ad uomini perseguitati dal nazismo e dal fascismo.



Ma ci sia consentito ricordare che il “silenzio” di Pio XII si estese pure alle persecuzioni dei cattolici. Malgrado il suo intervento 3000 sacerdoti cattolici vennero uccisi dai nazisti in Germania, Austria, Polonia, Francia e in altri paesi; le scuole cattoliche vennero chiuse, la stampa cattolica fu costretta al silenzio o sottoposta a stretta censura, le chiese cattoliche furono chiuse.



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22/05/2011 20:35

I toni della sua condanna erano perciò più generali:



Nel messaggio natalizio del 1942 e in termini analoghi il 2 giugno 1943, egli deplorò il trattamento riservato a “... centinaia di migliaia di persone che, senza essere responsabili di colpa alcuna e unicamente a causa della loro nazionalità o razza, sono state condannate a morte o graduale estinzione... è consolante per noi il fatto che, attraverso l'assistenza morale e spirituale fornita dai nostri rappresentanti e tramite il nostro aiuto finanziario, siamo riusciti a confortare un gran numero di profughi, senzatetto, emigranti, fra cui anche dei non ariani”.

Lichten ha poi ripubblicato il suo lavoro, nel 1987, con una Nota introduttiva in cui aggiunge fra l'altro:

La sorte di Edith Stein ultimamente ha acquistato risonanza in relazione con la sua beatificazione. Fu una suora, ma anche una vittima ebraica della vendetta nazista, precisamente per una lettera pastorale dei vescovi olandesi in difesa degli ebrei.

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Proprio a quella lettera pastorale si riferiva Pio XII quando scriveva - il 30 aprile del 1943 - al vescovo di Berlino Von Preysing: “Per quanto riguarda le dichiarazioni episcopali, lasciamo ai vescovi del luogo la responsabilità di decidere che cosa pubblicare dei nostri documenti. Il pericolo di rappresaglie e di repressioni - come forse anche di altre misure dovute al protrarsi e alla psicologia della guerra - consigliano riserbo. Nonostante le buone ragioni a favore di un nostro aperto intervento ve ne sono altre di pari peso per evitare mali maggiori, non interferendo.
La nostra esperienza del 1942, quando abbiamo permesso la libera pubblicazione di certi documenti pontifici rivolti ai fedeli giustifica un tale atteggiamento”...
Dall'altro lato, Hitler nella sua arroganza non teneva affatto conto del punto di vista della Santa Sede, e aspettava solo l'occasione per ulteriori repressioni verso chiunque e ovunque, inclusa la persona del papa. Il giorno dopo l'occupazione di Roma (9 settembre 1943) mentre si parlava del destino del Vaticano - e dei diplomatici alleati ivi nascosti - così esplose: “Entrerò in Vaticano quando vorrò. Pensate che il Vaticano mi preoccupi? Noi lo prenderemo. Si, là dentro vi è tutto il corpo diplomatico. Non me ne importa niente. Quel mucchio là dentro lo trascineremo fuori, quel branco di porci. Che cosa importa? Potremo in seguito scusarci, non c'è da preoccuparsi per questo. Dopo la guerra non ci saranno più dei tentativi da parte della chiesa di interferire nei problemi dello stato... Dopo la guerra, non ci saranno più Concordati. Sta per giungere il tempo in cui salderò i miei conti col papa”.
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Gian Franco Svidercoschi
Lettera a un amico ebreo
Mondadori, Milano, 1994



La storia dell'amicizia fra Karol Wojtyla e Jerzy Kluger, suo compagno di classe ebreo a Wadowice.



Provo una profonda venerazione per tutto ciò e per tutti coloro la cui memoria volete venerare il 9 maggio a Wadowice...
Consentimi, alla fine, di riportare, ancora una volta, le parole che ho pronunciato nell'incontro con i rappresentanti della comunità ebraica a Varsavia durante il mio terzo pellegrinaggio in Patria:
“La Chiesa, e in questa Chiesa tutti i popoli e le nazioni si sentono uniti a Voi... Certamente, essi pongono in primo piano la Vostra nazione, le sue sofferenze, il suo olocausto quando desiderano parlare agli uomini, alle nazioni e all'umanità con un monito; a nome Vostro anche il Papa leva questa voce di monito. Il Papa venuto dalla Polonia ha un particolare rapporto con tutto questo, perché insieme con Voi ha vissuto in un certo senso tutto ciò qui, su questa terra (14 giugno 1987)”.



Dalla lettera del Papa a Jerzy Kluger in occasione dell'inaugurazione di una lapide commemorativa degli ebrei di Wadowice, vittime della persecuzione nazista.

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22/05/2011 20:36

Romano Guardini
La rosa bianca
Morcelliana, Brescia, 1994



Hans e Sophie Scholl, Alexander Schmorell, Christoph Probst, cinque studenti, con il loro professore Kurt Huber, fondatori del gruppo della Rosa Bianca, furono ghigliottinati nel 1943, per aver steso e diffuso, soprattutto per posta, sei volantini che denunciavano i crimini della dittatura.



Nella sua apologia davanti al tribunale del popolo, Huber scriverà che il suo obiettivo era: ”Il risveglio degli ambienti studenteschi, servendomi non di un'organizzazione, ma di semplici parole, per provocare non atti di violenza, ma un giudizio morale sui gravi mali presenti della vita politica. Il ritorno ai princìpi chiari, morali, allo stato di diritto, alla fiducia reciproca, non è un atto illegale, ma, al contrario, il ripristino della legalità”.
Sophie Scholl disse appunto ai giudici: ”Quello che abbiamo detto e scritto, lo pensano in molti. Solo che non osano dichiararlo”.



Così scrive Paolo Ghezzi, nel breve articolo La Rosa Bianca ed i suoi maestri, all'interno del libro.
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Dietrich Bonhoeffer
Resistenza e resa e Lettere alla fidanzata. Cella 92
Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo, 1988 e Queriniana, Brescia, 1994



D. Bonhoeffer, pastore e teologo luterano tedesco, scrive nel Natale del '42 queste righe, pensando alla situazione della Germania.



Della stupidità
Per il bene la stupidità è un nemico più pericoloso della malvagità. Contro il male è possibile protestare, ci si può compromettere, in caso di necessità è possibile opporsi con la forza; il male porta sempre con sé il germe dell'autodissoluzione, perché dietro di sé nell'uomo lascia almeno un senso di malessere. Ma contro la stupidità non abbiamo difese.
... osservando meglio, si nota che qualsiasi ostentazione esteriore di potenza, politica o religiosa che sia, provoca l'istupidimento di una gran parte degli uomini. Sembra anzi che si tratti di una legge socio-psicologica.
La potenza dell'uno richiede la stupidità degli altri. Il processo secondo cui ciò avviene, non è tanto quello dell'atrofia o della perdita improvvisa di determinate facoltà umane - ad esempio quelle intellettuali- ma piuttosto quello per cui, sotto la schiacciante impressione prodotta dall'ostentazione di potenza, l'uomo viene derubato della sua indipendenza interiore e rinuncia così, più o meno consapevolmente, ad assumere un atteggiamento personale davanti alle situazioni che gli si presentano.

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